Può succedere che un team lo sia di nome e non di fatto. Quali sono le implicazioni?
Vediamole insieme.
Torno su questo argomento perchè il lavoro di gruppo mi sta particolarmente a cuore e, per esperienza, so che l'unione fa davvero la forza. Decidere di creare un team di lavoro è facile: si individua l'ambito su cui lavorare, si decidono gli obiettivi, gli strumenti da attivare, i tempi di realizzo e LE PERSONE. Sì, lo scrivo in maiuscolo perchè, spesso, qui casca l'asino. Le persone che sceglieremo saranno l'ago della bilancia, saranno quelle che faranno la differenza. Creare un Gruppo di Lavoro significa decidere di fare un balzo in avanti, di accelerare i tempi nel conseguimento di un risultato o di una ricerca, significa avere una forza in più a favore della azienda. Tutto vero, a patto che funzioni. Spesso assisto a riunioni di team work in cui aleggiano sentimenti e atteggiamenti che ritengo pericolosi se non si decide di correre immediatamente ai ripari. Nella maggior parte dei casi, parlo di assenza di fiducia, di evidente disinteresse, di scarso confronto costruttivo e infine di "voglia di porre termine alla riunione nel minor tempo possibile".
Perchè accade? Perchè i partecipanti si comportano così? Dove abbiamo sbagliato?
Vediamo insieme alcuni aspetti che ho potuto constatare di persona.
1. In ogni team che si rispetti deve esserci un leader. Giusto! Ma questo leader deve meritarsi il ruolo che va oltre la nomina d'ufficio. Il leader di un team work deve guadagnarsi la fiducia del gruppo perchè è più competente, più esperto, più empatico, più coinvolgente, più attendibile di tutti gli altri componenti del gruppo. In un team work i ruoli si guadagnano sul campo.
2. I partecipanti devono essere informati prima dell'adesione sugli obiettivi, sulle aspettative e su quanto ci si aspetta da loro. Se obbligati, serviranno solo a scaldare la sedia, si perderà tempo anche se professionalmente rispondono alle esigenze. Se non vogliono accettare significa che ci sono dei problemi. Sarà bene approfondirli prima di ufficializzare la partecipazione.
3. In un team che funziona non ci sono limiti al confronto. Tutti sono chiamati a esprimere il proprio parere, ma alla fine si dovrà giungere a una sola decisione CONDIVISA.
4. La responsabilità è una componente vitale. Ogni singolo individuo di un team che funziona deve sapere che l'individualismo è da evitare come la peste, ma deve anche essere certo che il proprio apporto andrà a incastrarsi perfettamente nel disegno finale.
5. La passione è la leva che rende un team vincente. C'è bisogno di passione perchè nel lavoro di gruppo i momenti critici ci sono, inutile negarlo. Ma provate a immaginare la forza di 5 persone guidate dalla passione verso un componente momentaneamente preso da sconforto, indecisione, apatia. Sarà come uno tsunami di energia che riporterà la voglia di continuare.
6. In un team che funziona si esulta anche per i piccoli risultati. Sono quelli in cui solitamente si dice "Sì, è vero, ha funzionato però..." oppure "Lascia stare questo piccolo risultato, pensa a quanti problemi abbiamo ancora..." Errore fatale! Dai piccoli risultati prendiamo la voglia di risolvere i problemi.
7. Chiudo tornando al Leader, che in tutto questo processo svolge un ruolo cruciale per il buon funzionamento del team. Il leader sa ascoltare, pensare, proporre, agire, incitare, strigliare se occorre, gratificare quando è giusto.
Il team è un gioco di squadra che punta sempre e solo a un obiettivo: vincere.
Vuoi costruire un team che funzioni?
Beviamo un caffè e parliamone senza impegno.
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